La disinformazione nei social media

Articolo di Materahub

La disinformazione nei social media sta attualmente attirando molta attenzione, non è un fenomeno nuovo e probabilmente esiste fin dagli albori dell’umanità.

Ci sono diversi termini correlati simili alla disinformazione come spam (un gran numero di destinatari) rumor (verificato o non verificato) e fake news (nel formato delle notizie), il termine più simile o confuso è disinformazione. La disinformazione e la disinformazione si riferiscono entrambe a informazioni false o imprecise, e una distinzione chiave tra loro sta nell’intenzione se l’informazione è creata deliberatamente per ingannare, e la disinformazione di solito si riferisce ai casi intenzionali mentre la disinformazione a quelli non intenzionali. Per comprendere meglio la disinformazione nei social media, ecco alcuni esempi di diversi tipi di disinformazione:

Disinformazione diffusa involontariamente La disinformazione è involontaria per ingannare i suoi destinatari. Gli utenti regolari e benigni possono contribuire alla propagazione semplicemente a causa della loro fiducia nelle fonti di informazione, come i loro amici, familiari, colleghi o utenti influenti nel social network. Invece di voler ingannare, di solito cercano di informare i loro amici del social network su una certa questione o situazione.

La disinformazione diffusa intenzionalmente è diffusa intenzionalmente per ingannare i suoi destinatari, il che ha scatenato di recente un’intensa discussione sulla disinformazione e le fake news. Di solito ci sono scrittori e gruppi coordinati di divulgatori dietro la popolarità, che hanno un chiaro obiettivo e un’agenda per compilare e promuovere la disinformazione.

La leggenda urbana è una disinformazione diffusa intenzionalmente che è legata a storie inventate su eventi locali. Lo scopo può spesso essere l’intrattenimento.

Le fake news sono informazioni false diffuse intenzionalmente nel formato di una notizia. Recenti incidenti rivelano che le fake news possono essere usate come propaganda e diventare virali attraverso i media e i social media.

Anche le informazioni non verificate sono incluse nella nostra definizione, anche se a volte possono essere vere e accurate. Un’informazione può essere definita come un’informazione non verificata prima che sia verificata, e quelle verificate come false o inaccurate appartengono ovviamente alla disinformazione. Può scatenare effetti simili ad altri tipi di disinformazione, come paura, odio e stupore.

Il rumor è un’informazione non verificata che può essere vera (true rumor).

Crowdturfing è un concetto originato dall’astroturfing, che significa che la campagna maschera i suoi sostenitori e sponsor per far sembrare che sia stata lanciata da partecipanti dal basso. Crowdturfing è astroturfing “crowdsourced”, dove i sostenitori ottengono i loro partecipanti apparentemente di base attraverso internet.

Lo spam è un’informazione non richiesta che sommerge ingiustamente i suoi destinatari. È stato trovato su varie piattaforme tra cui la messaggistica istantanea, la posta elettronica e i social media.

Un altro tipo di disinformazione su cui ci concentriamo è il troll. Il troll mira a causare disordini e discussioni verso un certo gruppo di persone. A differenza di altri tipi di disinformazione che cercano di convincere i suoi destinatari, il trolling mira ad aumentare la tensione tra le idee e, in definitiva, ad approfondire l’odio e ad allargare il divario.

Il discorso dell’odio si riferisce a contenuti abusivi sui social media che prendono di mira determinati gruppi di persone, esprimendo pregiudizi e minacce.

Il cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene online, di solito nei social media, che può consistere in qualsiasi forma di disinformazione, come pettegolezzi e discorsi di odio.

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